Il Caffè 1/2006

Redazionale

Sommario

a cura di: Giuseppe Caracò
Direttore responsabile
La Bauta
L’aneddotica popolare è sempre stata un modo per raccontare con ironia alcuni aspetti della vita di tutti i giorni, fornendo interpretazioni e chiavi di lettura ad avvenimenti, abitudini e tradizioni.
Quando sentiamo attribuire al sempliciotto l’epiteto di pantalon... si vuole fare allusione a una diversità.
L’associazione alla figura popolare nella Venezia del Trecento che esercitava la professione di cerusico o medico (Pantalon deriva da Pantaleone popolare santo dedito alla scienza della medicina...), cui si fa discendere l’innovazione del cambio di abbigliamento che sostituiva le gonne dei maschi con le brache (che li rendevano diversi per la professione, e quant’anche rosse per un facile riconoscimento), per la sola semplice ragione che il medico doveva essere agevolato nei movimenti soprattutto negli spazi della città dei ponti. Per ragioni di necessità pratica (epidemie di peste...) il medico indossava spesso una maschera dal lungo naso che conteneva una specie di filtro composto da erbe aromatiche disinfettanti. Oltre alla funzione cautelativa, la maschera rendeva irriconoscibili e questo nel tempo divenne costume della nobiltà per dedicarsi a scherzi e lazzi protetti da un certo anonimato che oltrettutto assicurava l’impunità. Nacque così la bauta, maschera a mezzo viso che consentiva di mangiare e bere con facilità e, per le sue proprietà che garantivano anonimato, a breve divenne simbolo di integrazione di censo e natura venendo indossata anche dal popolo.
Nel tempo, per l’abbattimento delle differenze, si fece ricorso ai più coraggiosi panni di un sistema che intendeva consentire l’affrancamento dei più umili dallo stato di bisogno, senza lo stratagemma della cultura popolare di mescolarsi ai benestanti mediante trucchi per nascondere le vere origini.
È la nascita della cooperazione intesa come concetto di associare per distribuire. L’accesso al credito anche ai reietti ha consentito sviluppo e crescita a comparti della società prima esclusi da ogni progetto di crescita sociale. L’aver dato voce a tutti, l’aver creato le premesse per lo sviluppo anche dei territori più poveri e delle risorse più emarginate, l’aver creato strutture di supporto alla comunità abbattendo ogni differenza sociale, l’aver creato i presupposti per costruire un avvenire alle nuove generazioni, sono le peculiarità che distinguono le BCC come le banche per la gente continuamente proiettate al cambiamento e strutturate per essere sempre più banche della gente, in quanto dalla stessa composte mediante l’istituto dell’associazionismo. Ognuno diventa così artefice della propria realizzazione e protagonista delle scelte per la crescita della propria comunità.
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