Il Caffè 2/2006

Redazionale

Sommario

a cura di: Giuseppe Caracò
Direttore responsabile
I ladri di sogni
Stiamo ancor tutti disintossicandoci dai festeggiamenti del mondiale di calcio riconquistato dopo 24 anni proprio nella tana del più storico avversario. Ci sentiamo ancora ubriachi di sagra mediatica di cappelli, bandiere, magliette, tatuaggi tricolori, caroselli di auto e quant’altro ci ha consentito di sfogare una attesissima rivincita sportiva. Con la conquista della coppa del mondo di calcio abbiamo di colpo dimenticato ogni problema politico, economico e di lavoro. Siamo improvvisamente tornati il paese del Bengodi dove tutto funziona e tutto è il meglio.
Ma un altro evento meno edificante si consuma nelle aule dei tribunali dove si indaga sulle vere glorie sportive e sull’essere furbi. È questa l’altra faccia della medaglia.
C’è da essere veramente tanto orgogliosi dell’immagine che abbiamo espanso attraverso i media in tutto il mondo? Ci è bastata una coppa per farci ritornare stirpe di vincenti: dimenticando però - eredi di machiavellica progenie - le vicende e i mezzi usati per raccogliere certi successi. Troppo spesso meri interessi economici hanno dominato le nostre intenzioni e pilotato i nostri sforzi per maturare un benessere sotto il credo del tutto è lecito. Abbiamo perso per strada la genuinità, non sappiamo più quanto è veramente conquistato e quanto invece è derivato grazie all’impiego di truffe e imbrogli. È così che si diventa vincitori e vincenti? Cosa sogneranno ora quei bambini che si riempivano le tasche dei jeans con le figurine dei giocatori di calcio dell’album Panini che si scambiavano nel tempo della ricreazione? In che cosa crederanno i figli di quelle generazioni di nostalgici ragazzi che volevano 2 Mazzola per 1 Rivera? Che Sivori non si scambiava mai anche se doppio? Che Totti vale dieci figurine? Troveremo ancora quegli appassionati che recitavano a memoria le formazioni delle squadre del cuore e aspettavano la domenica per incollarsi all’orecchio la radiolina e seguire, ovunque si trovassero, al mare o ai monti, la storica trasmissione Tutto il calcio minuto per minuto? Come rientreranno il lunedì in ufficio senza i coloriti sfottò, ora inventati ora subiti? Saranno ancora eroi i loro campioni? O sono pezzi di stoffa senz’anima manovrati da biechi burattinai?
Molte vittorie sono ora macchiate dal dubbio, molte figure di personaggi osannati, temuti e ammirati sono scese dal piedistallo ed improvvisamente sono diventate mortali, fragili e a loro volta ora indifese. Abbiamo perso in credibilità, ed abbiamo ridimensionato il successo, abbiamo tradito i bambini di ieri e di oggi Abbiamo ingannato noi stessi.
Ora saremo tutti un po’ diversi, delusi e trasognati.
Per interessi si può fare tutto ma non rubare i sogni.
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