Il Caffè 2/2011

Redazionale

Sommario

di Giuseppe caracò
Direttore Responsabile


L’anno che sta per concludersi non è stato un anno facile e forse lascerà pesanti eredità al nuovo ma, per il nostro istituto, è stato senz’altro un percorso di grande impegno, che ci auguriamo fin d’ora foriero di buoni risultati futuri. Mi è difficile indurre all’ottimismo quando i media non fanno che martellarci di notizie spiacevoli, di corruzioni e malgoverno, di crisi e di incertezza e quando guardandoci intorno e leggendo difficoltà di altri non ci compensa certo il principio che mal comune... ma non possiamo nemmeno avvilirci e subire il momento negativo. Abbiamo tutto per essere fiduciosi nell’avvenire, in quell’avvenire che possiamo e dobbiamo costruirci a dispetto dei mercati che ora sembrano penalizzare le buone volontà e gli sforzi profusi per affrontare e superare una situazione di generale difficoltà. Abbiamo la nostra fantasia, la nostra operosità, la qualità di un lavoro universalmente riconosciuto e costantemente emulato ed imitato. Il nostro Made in Italy è ancora un marchio premiante e il simbolo di una imprenditorialità vincente. Certamente questo Natale sarà più misurato e parsimonioso, le ridotte tredicesime limiteranno acquisti e regali ma sarà senz’altro un punto di partenza per un rinnovato entusiasmo a riprendere il cammino.
Sono convinto, ora più che mai, che saranno i vecchi principi di un’etica comportamentale che ci è stata infusa come educazione ad offrirci un’ancora di salvezza individuabile e sicura. Sarà dalle esigenze della collettività, dalle reciproche relazioni e dal comune sforzo della cooperazione che si rilanceranno le sfide ad un sistema oggi in crisi senz’altro superabile con la volontà e l’impegno di tutti. Non manchi mai il riferimento all’impegno della nostra cooperativa vista soprattutto come partner ideale per collaborazione e confronto, fianco a fianco nella strada della ripresa.
Giunga a tutti una simbolica cartolina natalizia senza tanti colori e brillantini, meno polvere di stelle ma più partecipi auguri di serenità, magari proprio davanti ad un presepio senza luci, ma ricco di spettatori complici di una nuova nascita.

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